Le riedizioni dei maestri
Nel 2024 si celebra l’anniversario dei 40 anni di Baleri Italia. Per l’occasione l’azienda ha selezionato e rieditato alcuni pezzi iconici disegnati da tre Maestri del Design: Philippe Starck, Hannes Wettstein e Angelo Mangiarotti. Figure carismatiche e centrali all’interno di Baleri Italia, questi Maestri e i loro pezzi hanno fatto la storia del brand, e tornano da protagonisti all’interno del catalogo prodotti.
I primi prodotti a essere rilanciati sono firmati da un designer che ha lavorato con Baleri Italia sin dal 1984: Philippe Starck. E proprio del 1984, anno di nascita del brand, sono la sedia Francesca Spanish e il tavolo President M.
Il nome della sedia, “Francesca Spanish”, è quello di un personaggio di “Ubik”, romanzo di Philip K. Dick che ha affascinato Starck. A prima vista il disegno è netto e essenziale a restituire la semplice funzionalità dell’oggetto, ma lo schienale si inclina seccamente, agganciandosi ai braccioli; questi curvano in modo volutamente marcato a diventare gambe: le stesse proporzioni si alterano lievemente. La semplicità del disegno si complica, l’oggetto subisce uno slittamento percettivo, diventa presenza espressivamente corposa.
“Président M.” è il tavolo, totalmente disaggregabile, progettato per lo studio privato di Mitterrand all’Elysée. Le gambe tubolari costituiscono una base che sorregge i veri elementi portanti del piano, le sagome pressofuse nervate: pinne di pescecane, ali d’angelo, silhouettes antropomorfe, così visivamente incongrue e così perfettamente funzionali che il piano vi poggia quasi levitando.
Sono invece tre i prodotti rieditati firmati da Hannes Wettstein: Juliette, Caprichair e Bill.
Juliette nasce dalla frenetica attività disegnativa di Wettstein: un giorno ne fuoriesce lo schizzo di una sedia; in essa, la struttura dello schienale, apparentemente senza logica, si piega in avanti. Un pretesto formale diventa allora elemento funzionale. Ristudiando industrialmente il progetto, lo schienale diventa anche bracciolo e la sedia una poltroncina. Questa “superleggera” fatta di niente e di molti accorgimenti, è sorprendentemente comoda.
Caprichair è un’idea precisa: una funzione espressa correttamente, una forma quasi antropomorfa e ammiccante, un insieme felice di dettagli e piccoli valori. Il suo linguaggio di forme e di concetti si pone in scena in modo alterno: con prepotenza a volte, a volte con naturalezza. Caprichair è il primo prodotto di una famiglia, utilizzabile indifferentemente nella casa, nell’ufficio.
Bill nasce invece dall’idea del divano americano basso, idea di cui vengono esplorati sia i limiti che le potenzialità. Il risultato finale è un divano che suggerisce un’enorme libertà d’uso, dove stare seduti è naturale come sdraiarsi, che non interferisce con lo spazio, domestico o pubblico, ma anzi restituisce il piacere di una disinvolta disinvoltura.
Infine, Angelo Mangiarotti: suo il T-Table, un tavolo essenziale che si distingue per i suoi particolari. Quella che sembra una contraddizione in termini - l’essenzialità e il particolare distintivo - è stata risolta da Mangiarotti con il semplice accostamento di due estrusi a “L”, che si trasformano in “T” e con un solo taglio a 45°: il tavolo come lo avrebbe disegnato un bambino si trasforma così in un oggetto visivamente raffinato e sospeso e in un prodotto strutturalmente solido e leggero.